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L’appello di Papa Francesco
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“Il mio pensiero va in questo momento alle popolazioni della Turchia e della Siria, duramente colpite dal terremoto che ha causato migliaia di morti e feriti. Con commozione prego per loro ed esprimo la
mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono per questa devastante calamità. Incoraggio tutti alla solidarietà per questi territori, in parte già martoriati da una lunga guerra”. Papa Francesco
Messaggio dell’arcivescovo Mario Delpini
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“Il dramma tremendo del terremoto, la tragedia di tante morti, la visione impressionante di distruzioni catastrofiche irrompono nelle nostre vite e nelle nostre parole come un enigma che lascia sgomenti e
sconcertati.
Le sofferenze di tante persone bussano alle nostre porte e non ci consentono di restare paralizzati, ci provocano a dire qualche cosa, a fare qualche cosa, anche se siamo così inadeguati.
Eppure noi continuiamo a confidare in Dio, a innalzare preghiere e lacrime perché coloro ai quali la violenza della natura ha tolto la vita, incontrino l’abbraccio paterno che introduce alla consolazione e alla
vita beata in comunione con Lui.
Eppure noi continuiamo ad ascoltare la voce di Gesù che ci chiama a condividere i suoi sentimenti di compassione, a costruire nuovi rapporti di fraternità, a riconoscere l’importanza anche del gesto minimo: avevo fame… avevo sete… ero malato: quello che fate per uno di questi piccoli l’avete fatto a me.
Eppure noi continuiamo a invocare lo Spirito che illumina le menti. La provocazione del dolore innocente sarà una commozione che convocherà tutte le persone di buona volontà, tutte le religioni, tutte le sensibilità a offrire la consolazione invocata?
L’urgenza di portare soccorso convincerà gli avversari a stringersi la mano, gli indifferenti a forme inedite di generosità?
L’invocazione di aiuto sarà la voce che potrà finalmente convincere a trasformare le armi di distruzione in mezzi per la ricostruzione? Si potrà comprendere a che cosa servano l’efficienza organizzativa, la disponibilità di soldi e di beni, le competenze in ogni disciplina?
Il momento orribile e la desolazione angosciante stanno davanti a noi e provocano la nostra fede, la nostra intelligenza e la nostra sensibilità. Lo Spirito di Dio ci insegna a pregare, ci dà ragioni per la generosità sollecitata da molti, ci induce a parlare, a sperare, a pretendere che una nuova solidarietà unisca i popoli, a lasciarci istruire da una nuova sapienza che orienti a pensieri di pace.
Lo Spirito di Dio infonda un intenso timor di Dio che provochi nell’umanità tutta la vergogna per la follia della guerra, per il puntiglio delle contrapposizioni e per la stupidità dello sperpero”. Mario Delpini
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Foto: Caritas Turchia